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Editoriali

La Marotta League e l’arte di rubare per… non vincere

La #MarottaLeague resta memoria di accuse ingiuste all’Inter: favoritismi presunti, ma nessun titolo vinto.

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Ricordate i tempi della #MarottaLeague? Quei periodi in cui ogni fischio, ogni situazione dubbia (anche fuori dal campo), ogni dichiarazione o persino un respiro fatto in un certo modo veniva ricondotto a presunti favori a vantaggio dell’Inter. Favori che la squadra allenata da Simone Inzaghi ha sfruttato al massimo, considerando che si è passati dal Triplete allo “zeru titoli” nel giro di poche settimane. Dettagli, forse.

Con l’avvio della nuova stagione, l’hashtag non sta spopolando (probabilmente perché l’Inter non è in cima alla classifica), ma è giusto non dimenticare. Ci pensate? Per mesi, i tifosi di altre squadre hanno invocato scandali presunti, per poi vedere l’Inter non vincere nulla. Qui sorge un dubbio, anche se in realtà è semplice: se una squadra viene favorita dal “sistema”, allora dovrebbe alzare qualche trofeo. Pare scontato, altrimenti che vantaggio potrebbe derivarne? Alla fine, però, è stato il Napoli a trionfare in campionato. Onore a loro.

Perché chi vince – al di là delle frasi fatte – ha sempre ragione. L’Inter si è impegnata… e ce l’ha fatta a perdere, l’ennesimo della sua storia. Ma fermatevi un attimo a pensare se quello scudetto fosse stato vinto dall’Inter, ancora oggi si parlerebbe di “scudetto macchiato”, di “scudetto comprato”. L’italiano medio, in fondo, non sa accettare né la sconfitta ma neanche la vittoria.

In Italia ci sono milioni di tifosi “malati”. I social, purtroppo, amplificano tutto, e questo è un grande guaio. Offese gratuite, screenshot comodi, fake news: tutto è diventato un ammasso ingiustificato di ignoranza. Spesso è anche voluto, perché porta visualizzazioni. C’è chi crea contenuti ad hoc proprio per farsi offendere e aumentare le interazioni. I social hanno dato vita anche a un numero smisurato di anti-interisti, anti-milanisti, anti-juventini, e così via. La sensazione è che oggi sia più importante far perdere la squadra rivale che concentrarsi sulla propria.

Tornando alla Marotta League: quanto spazio mediatico sta avendo il caso plusvalenze OsimhenNapoli? Non abbastanza. Oppure il caso di fine settembre che ha coinvolto ex esponenti della Juventus, come Andrea Agnelli, che ha patteggiato per 1 anno e 8 mesi. Per i più ottusi, anche se l’Inter non ha vinto nulla, è perché dietro c’era sicuramente qualcosa. Probabilmente, dopo i tanti e palesi episodi a favore, doveva perdere sennò era troppo evidente.

Ma se il calcio viene visto così, perché continuare a guardarlo? Perché ostinarsi a trovare colpevoli in ogni situazione? La storia recente del calcio italiano è piena di scandali, ma tutto parte da quel “maledetto Calciopoli” che ha cambiato la comunicazione… e anche il modo di tifare.
La Marotta League dello scorso anno fa comodo a chi, nella vita e nello sport, ha vinto poco o niente. È un alibi potente dei perdenti, amplificato dai social. Eppure, ancora oggi, qualcuno dovrebbe chiedere scusa per le cattiverie ingiuste espresse in una stagione in cui l’Inter – presunta favorita dal sistema Marotta – non ha vinto nulla!

La riflessione finale da fare riguarda il motivo per cui la dirigenza nerazzurra non abbia spalleggiato Inzaghi in maniera consistente quando l’Inter ha subito dei torti (eh sì, anche l’Inter qualcosa ha subito, ma non ci piangiamo addosso). All’inizio l’ho visto come un segno di debolezza… ma, riflettendoci, è esattamente l’opposto.

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