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Chivu: “Finora abbiamo sbagliato solo due tempi. Troppe etichette sull’Inter”

Chivu conferma assenze e punta a una partita perfetta: concentrazione, identità e voglia di dominare contro il Genoa.

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Cristian Chivu, allenatore Inter in conferenza stampa

Alla vigilia di Genoa-Inter Cristian Chivu ha tenuto la consueta conferenza stampa pre-partita. Tanti i temi trattati. Il tecnico conferma le assenze di Acerbi, Calhanoglu, Darmian e Dumfries.

Inter, Chivu: “Servirà una partita perfetta con il Genoa”

Chivu esordisce cosi in conferenza stampa: “Dovrà essere una partita perfetta anche dal nostro punto di vista, dal punto di vista dell’atteggiamento, dalla nostra voglia, il nostro approccio alla gara. Affrontiamo una squadra che sta bene, da quando hanno il nuovo allenatore hanno ritrovato entusiasmo e punti. Sappiamo tutti che andare a Genova per l’Inter non è mai stato semplice.”

Tornare in campo dopo il rigore contro il Liverpool: “Con la stessa serenità che avevamo vissuto tutto quello che è stato il nostro cammino dall’inizio di stagione. Siamo consapevoli del nostro lavoro, di quello che stiamo facendo. Poi la realtà del campo credo che è diversa da quella raccontata. Siamo consapevoli che dobbiamo mettere in campo il meglio di quello che si ha in quel giorno. Siamo consapevoli del fatto che bisogna aggiungere qualcosina in più dal punto di vista dell’attenzione, delle qualità, dell’organizzazione, della responsabilità, della passione, del divertimento. Nonostante tutto quello che si diceva, stiamo facendo un gran campionato, con alti e bassi. Cerchiamo di togliere i bassi, quei momenti in cui non riusciamo a portare a casa qualcosa, ma fiduciosi perché stiamo lavorando bene. Si vede in campo dalle prestazioni e non solo dai risultati”.

Cosa portano i nuovi allenatori come Fabregas, Palladino e De Rossi a livello tattico e di comunicazione: “A livello di comunicazione ce lo dovete dire voi quello che portiamo, perché noi non possiamo dire siamo diversi da altri. Potrei dire che abbiamo l’umiltà di capire che dobbiamo imparare da quelli più bravi di noi, perché è sempre così. Loro magari hanno più esperienza, più partite e quindi sanno gestire determinate cose. 

Dal punto di vista tattico abbia mo sempre cercato di rubare da ognuno di loro, non solo in Italia ma anche all’estero. Per quanto riguarda De Rossi è un ragazzo che stimo e apprezzo molto. Ho avuto modo di vivere e convivere con lui 4 anni meravigliosi a Roma. Era più giovane di me, si è subito integrato in quella che era la realtà della squadra, di quella città. Era un capitano, anche quando non portava la fascia perché Francesco era ancora in attività. Ma lui si è subito messo a disposizione del gruppo. Quello che ho sempre apprezzato di lui è l’intelligenza emotiva e calcistica fuori dal comune, anche dal punto di vista umano. Di lui ho un ricordo bellissimo, posso parlare bene perché mi fa piacere farlo. E’ uno vero, leale, onesto e che sa fare.  Lo apprezzo e stimo molto”.

Il lavoro sull’approccio mentale: “Noi dobbiamo continuare a fare le stesse cose con fiducia, con determinazione e migliorare quelli che sono stati i piccoli errori fatti. Non dobbiamo perdere la consapevolezza che stiamo facendo una grande stagione. Sono 21 le partite fatte sotto la mia gestione e non includo il campionato del monto dove forse abbiamo sbagliato due tempi. Ma non abbiamo mai  sbagliato partite e questo mi dà fiducia e consapevolezza perché questo gruppo sa fare e sa stare. Ha tanta voglia di essere dominate e di continuare un percorso che ci permetterà di ad avvicinarci a quelli che sono i nostri obiettivi. La realtà del campo è ben diversa da quello che qualcuno vuole dire in determinate sedi”.

Cosa chiede alla squadre: “Tante cose. Poi è la loro percezione, la loro voglia che è più importante di quello che penso io o che si dice in giro.  Questa è la cosa più importante. Siamo partiti che eravamo sotto la lente d’ingrandimento, qualcuno diceva che eravamo dei falliti e finiti. Noi siamo ancora lì. Il gruppo si è sempre messo in gioco, ci ha messo la faccia. Dal punto di vista della prestazione, dell’orgoglio e della personalità e sono cose importanti e non era sconto. Siamo a dicembre, sappiamo anche noi di avere margini di miglioramento, ma dall’inizio non abbiamo mai voluto perdere l’identità della squadra, la fame e la voglia di essere dominanti in Italia e in Europa. Siamo sulla strada giusta. Quello che mi fa piacere è che possiamo ancora migliorare, è la cosa più importante”.

Le mancate rimonte: “Non mi vengono in mente determinato cose. Nella partita ci sono gli episodi. Abbiamo sbagliato solo due tempi, ripeto. Il primo tempo con l’Udinese e il secondo con il Napoli. Abbiamo vinto, perso, mai pareggiato, ma siamo sempre stati lì, cercando di essere dominanti e mettere in mostra i nostri principi e il nostro valore senza speculare. Qualcuno potrà dirmi che a volte speculare può voler dire portare a casa qualcosa, ma io prendo la nostra identità. Cercheremo di imparare dai nostri errori, senza mai perderla”.

Ripetere due gare dello stesso livello:  “Io dico che dal punto di vista dell’impegno e dell’intensità contro il Liverpool abbiamo aggiunto qualcosa rispetto al Como. Ovvio che l’avversario era diverso, c’era più esperienza ma sono felice e contento di quello che abbiamo portato in campo. Non abbiamo passato il livello rispetto al Como. La Champions League è diversa.  Il Liverpool rappresenta poi qualcosa di diverso, con tutto il rispetto per il Como, che non ha speso 150 milioni per un giocatore. O 120 per un altro. Per quello messo in campo non siamo stati inferiori al Liverpool. Non abbiamo vinto, ma mi prendo quello che di buono abbiamo fatto in queste due gare”.

Pressioni e critiche eccessive:  “Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe, ma bisogna parlare della realtà dei fatti. Se vogliamo partire dalla percezione dell’estate, partiamo da quello. Sono da 20 anni in questa società, le aspettative all’Inter sono diverse dalla realtà, le pressioni sono alte ed è giusto che sia così. Guardo anche a ciò che stiamo facendo ultimamente, non guardo a una vittoria o una sconfitta. Non mi piacciono le etichette e a volte sull’Inter ce ne sono un po’ troppe”.

Gli assenti: “Abbiamo problemi noti. Acerbi e Calhanoglu sono indisponibili, più Darmian e Dumfries. Oltre a Palacios e Di Gennaro”.

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